La Chiesa di S. Maria e S. Valentino della Grada sorge nel punto in cui il canale Reno entra nella città e testimonia secoli di storia cittadina poco conosciuta. I primi scritti che parlano della zona in cui attualmente sorge la chiesa risalgono al 1208 e sottolineano l’importanza economica legata ai mulini, alle macine, ai filatoi da seta, lana e cotone e alle cartiere che aveva il canale Reno.

Quando nel 1400 venne dipinta sull’arco di mura attiguo al “Baraccano della Grada” una Madonna con Bambino, il luogo acquistò anche un significato religioso, diventando un importante centro di devozione. L’immagine denominata “Santa Maria della Grada”, infatti, fu dapprima protetta con un cancello, poi con una cappella votiva, infine con una vera e propria chiesa, visto il numero di fedeli sempre crescente.

I devoti dell’immagine, riuniti in una congregazione chiamata Compagnia di S. Maria della Grada e di S. Antonio da Padova, furono i primi a seguire lo sviluppo di questo luogo di venerazione e di culto. Durante l’epidemia di peste del 1630 la Confraternita trasformò la zona di devozione in un centro di soccorso per gli ammalati e la sepoltura dei defunti. Come riconoscimento per la loro opera si decise di dare inizio alla progettazione e costruzione della chiesa, compito che venne affidato all’Architetto bolognese Antonio de’ Paolucci, detto “Il Levante”, che ha progettato anche il teatro anatomico dell’Archiginnasio. La posa della prima pietra avvenne nel 1632. L’immagine della Madonna della Grada, dipinta sulle mura della città, fu integrata nell’abside del presbiterio, dove è tuttora visibile. Attualmente è una delle tre immagini di Maria, presenti nel bolognese, dipinte direttamente sulle mura della città. Nel 1639 l’immagine della Madonna della Grada venne infine solennemente incoronata da Monsignor Girolamo Birago e dal Cardinale Girolamo Colonna e fu stabilita la festa annuale il giorno 8 settembre, festa della nascita di Maria.

Nel 1686 ulteriori ampliamenti e restauri dell’edificio andarono incontro alle esigenze crescenti di una meta di richiamo per tutti i fedeli della diocesi.

Verso la fine del 1600 furono portate nella Chiesa della Grada delle Reliquie del capo di San Valentino, sacerdote e martire romano del III secolo; fin dai primi decenni del ‘700 la devozione per il Santo Martire, invocato come guaritore degli infermi, è cresciuta in tutto il popolo bolognese.

Nel 1780 l’immagine della Beata vergine della Grada fu completamente ridipinta da Mariano Collina. In quel periodo altre opere di ristrutturazione consentirono di utilizzare la parte sopra il portico e di adibirla a oratorio, dedicato a S. Michele Arcangelo e a S. Liberata. A questa parte si accede da uno scalone settecentesco opera del celebre Alfonso Torreggiani.

Nel 1801, però, la chiesa ed i luoghi limitrofi furono messi in vendita per essere adibiti ad uso civile. Ad acquistare tutto il complesso si propose l’avvocato e cavaliere, conte Luigi Salina, uomo di profonda fede, che decise di ridonare alla chiesa la funzione di luogo sacro. Sia Luigi Salina che il figlio Camillo operarono delle ristrutturazioni e alcuni lavori di ampliamento, fino a quando, la Chiesa di Santa Maria e San Valentino della Grada riaprì al culto e contemporaneamente a un paio di centinaia di metri, la Chiesa di Santa Maria della Carità, già Convento della Carità, venne elevata al rango di Parrocchia.

Nel 1934 i Conti Salina, fino ad allora proprietari della chiesa e del suolo, cedono tutto il complesso tramite un atto di donazione alla Diocesi di Bologna, che nella persona dell’Arcivescovo di Bologna eresse immediatamente la Parrocchia di S. Maria e S. Valentino della Grada, probabilmente per il crescente culto devozionale a San Valentino e all’immagine della Beata Vergine della Grada. Dal 1934 al 2003 si sono succeduti come parroci: Don Elio Terzi, Don Alfonso Pirani e Don Fulgido Baraldi. Con la morte di quest’ultimo, la Parrocchia venne infine affidata alla cura pastorale del parroco di S. Maria della Carità. Da allora, le due parrocchie sussistono giuridicamente come entità distinte, ma costituiscono di fatto una sola comunità parrocchiale, che svolge le attività pastorali in modo totalmente unificato.

La Chiesa è tuttora addossata alle mura del ‘300 e rimane sempre legata al Torresotto della Grada, dal quale si vede ancora il canale Reno entrare nella città e la grata di ferro che aveva il compito di impedire l’entrata di eventuali nemici attraverso le acque. Al suo interno, in una piccola aula a pianta quadrata, vero gioiello per piccole celebrazioni o momenti di spiritualità, sono custoditi vari dipinti di A. Catalani, P. Fancelli, G. Caponeri.

Caratteristiche della devozione a San Valentino sono le benedizioni per gli ammalati, in occasione delle celebrazioni, e la Croce di San Valentino, segno di fede e di devozione, di chi sente la propria croce unita a quella di Gesù.

La Croce di San Valentino

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