Le origini della Chiesa di S. Maria della Carità risalgono al XIII secolo, quando, sull’area attualmente occupata dalla cappella maggiore di destra, fu edificata una piccola chiesa accanto ad un ospedale per viandanti ed infermi (da qui il nome “della Carità”) fondato a proprie spese da un cappellano di Papa Gregorio IX, Egidio Venecello, nel 1236.
Verso la fine del XIII secolo la chiesa e l’ospedale sono sotto la giurisdizione dei Canonici di Monteveglio e nel 1464 vengono affidati ai Frati del Terz’Ordine Francescano detto della Penitenza (“I frati grigi”).
La costruzione attuale venne iniziata nel XVI secolo su disegno di PIETRO FIORINI (1539-1629) e portata a compimento nel secolo successivo. La costruzione attuale, di gusto vignolesco e rientrante nelle recenti disposizioni liturgiche tridentine: unica grande navata che indirizzava lo sguardo all’altare maggiore, con modeste rientranze naturali. L’ampliamento, con l’aggiunta della cappella maggiore con coro e le quattro cappelle laterali, fu ad opera di Padre GIOVANNI BATTISTA BERGONZONI a cui si devono anche la monumentale Sagrestia e il Campanile.
I Frati officiarono fino al 1798 quando, in seguito alla soppressione napoleonica, la chiesa e l’annesso Convento furono adibiti ad ospedale militare. Sotto lo Stato Pontificio prima e poi sotto il Regno d’Italia la chiesa e parte del convento ripresero le normali attività parrocchiali.
Per la Decennale del 1841 fu aperta la cappellina a destra del presbiterio e intitolata prima a S. Filomena e successivamente alla Beata Vergine della Salute, Madonna con bambino in cartapesta modellata, dipinta e gesso, datata 1500. L’immagine era murata nella parete esterna di un edificio in via Riva di Reno e fu portata in chiesa nel 1779.
Nella parete di destra del presbiterio troviamo il “Martirio di S. Barnaba” del carraccesco Giovanni Luigi Valesio (1579-1640), a sinistra invece troviamo “Il martirio di S. Cristina” di LUIGI CRESPI, del XVI secolo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1944, furono gravemente colpiti il presbiterio e il vicino oratorio di S. Sebastiano, che fu poi completamente abbattuto nel 1963.
Il portico antistante la chiesa è ad opera di PAOLO CANALI (1618-1680) mentre la volta della chiesa fu decorata nel 1871 da LUIGI SAMOGGIA, ANTONIO MUZZI e AGOSTINO CANTURI. Purtroppo il bombardamento del 1 settembre 1944 distrusse in parte la volta che venne ridipinta da RENATO PASQUI, BRUNO COCCHI E CARLO BALDI nel secondo dopoguerra.
Sotto le cantorie sono presenti quattro tondi in stucco eseguiti nel 1795 da BONAVENTURA FURLANI, allievo di DOMENICO PIO’. Nella parete di sinistra “Nascita di Gesù” e “Presentazione al Tempio”; nella parete di destra “Gesù nel deserto” e la “Crocifissione”. Questi stucchi, assieme ai due presenti nell’atrio parrocchiale, “L’annunciazione” e “Maria in preghiera”, sono considerati tra i più belli dell’arte plastica bolognese del tardo Settecento.
Nella parete di fondo della Sagrestia si trova una ricca “Gloria di Angeli” attribuita a Giovanni Filipppo Bezzi, detto il “GIAMBOLOGNA” con interventi di GIUSEPPE MAZZA (1653-1741), mentre nella parete sovrastante la porta una grandiosa “S. Margherita” attribuita ad ANTONIO CRESPI (1708-1779).
L’opera che sicuramente contraddistingue la Chiesa di S. Maria della Carità è “La Crocifissione di Cristo con la Madonna, S. Francesco d’Assisi, S. Bernardino, S. Giovanni Battista e S. Petronio” di ANNIBALE CARRACCI (1560-1609): prima pala d’altare del giovane maestro 1583, proveniente dalla Chiesa di S. Nicolò.
Il giorno del Corpus Domini del 2018 è stata installata in chiesa, in maniera permanente, la pregevole opera “In memoria di me” di Ettore Frani, trittico sull’Eucarestia commissionato in origine dalla Fondazione Lercaro nel 2017 per le celebrazioni finali del Congresso Eucaristico Diocesano e acquistato dalla parrocchia per arricchire la nostra chiesa in un dialogo culturale tra classico e contemporaneo. (Vd. servizio di 12Porte al seguente link)
I parroci che negli ultimi anni si sono succeduti nella Parrocchia di S. Maria della Carità sono: Don Valeriano Michelini, Monsignor Alfonso Bonetti e Monsignor Pio Guizzardi.
Piantina Chiesa di S. Maria della Carità
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