Il seme che sradica le pietre
Il secondo terreno su cui cade la semina della parola è quello sassoso, che ha come caratteristica di permettere al seme di germogliare, ma lo fa seccare alla prima calura per la mancanza di radici.
È fin troppo facile identificarlo con la nostra superficialità, le distrazioni, la pigrizia e – viceversa – la convinzione di potere fare mille cose, che ci impediscono di scendere in profondità, di assimilare e trattenere le esperienze vissute e le cose buone che abbiamo imparato e che ci potrebbero fare bene.
Ci sono come dei sassi che ci fanno inciampare e che rendono meno fertile il terreno.
Su queste tendenze, che in misura diversa sono di tutti, risuonano le parole dell’Avvento: Spianate nella steppa la strada per il nostro Dio! Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore! (Is 40,3-5)
È un comando, ma è anche un “vangelo”, una buona notizia!
Possiamo trasformare questo terreno sassoso, e renderlo fertile. Possiamo trasformare quella parte della nostra esistenza più superficiale e farla diventare uno spazio accogliente.
Paradossalmente, è la stessa Parola di Dio che ha il potere di farlo. È come se il seme del Seminatore, avesse la proprietà di fare dei germogli così forti e robusti da rimuovere le pietre del terreno.
Infatti, il profeta Isaia afferma ancora: Secca l’erba e appassisce il fiore, ma la parola del nostro Dio rimane per sempre. (Is 40,8)
Così, in questa tappa, siamo invitati a dare spazio alla Parola di Dio letta, meditata, pregata e amata, perché ci dia quell’energia dinamica capace di bonificare il terreno. È l’impegno di questa seconda settimana d’Avvento: dopo avere provato a trasformare la strada in terreno fertile, chi vuole potrà trovare nella parte successiva l’esercizio spirituale per rimuovere i massi.
Metodo
1) Scegliere in anticipo un giorno e un momento preciso nella settimana per vivere questo momento di preghiera. Fissarlo in agenda e difenderlo con tenacia da qualsiasi altro impegno.
2) Decidere in anticipo dove lo vivrò: se in chiesa, in quale chiesa? Se a casa, in quale stanza, su quale tavolo? Se in ufficio o all’aperto, dove precisamente?
3) Tenere un taccuino di appunti e una biro. Tutti i passaggi della meditazione, ma anche le preghiere, sono facilitati se scrivo i miei pensieri. Basta anche solo un appunto, non importa che la forma sia perfetta. Lo faccio solo per me. Non lo deve né leggere né vedere nessun altro.
Ingresso nella preghiera
Tempo previsto 3′
Prima di tutto, faccio lentamente il Segno della Croce, poi dispongo il mio cuore alla preghiera, chiedendo la grazia di cui ho bisogno.
Aiutami, Gesù, a preparare il mio cuore, perché la grazia del Natale sia significativa per me. Ti chiedo che questo momento di preghiera sia come un bagno, e che ne esca purificato/a dalle distrazioni, dalle frenesie e dalle preoccupazioni. Fa’ che lo Spirito mi guidi a celebrare con gioia la festa di Natale.
Meditazione
Tempo previsto 20′
Ora, meditiamo il testo.
PRIMO. Stiamo leggendo l’inizio del Vangelo. Marco è stato il primo vangelo ad essere scritto, quindi stiamo leggendo l’inizio di tutti i vangeli, anche se poi sono stati sistemati con un ordine diverso. Siamo riportati adunque al primo incontro con questo grande dono del Vangelo.
Medito: che emozione mi suscita la consapevolezza di essere riportati a questo incontro decisivo con l’annuncio della buona notizia di Gesù? Quando l’ho ascoltata per la prima volta, e da chi? Quando invece ho sentito che diventava importante, decisivo nella mia vita?
SECONDO. Giovanni Battista viene presentato come la voce del profeta Isaia che annunciava la consolazione per la fine dell’Esilio di Babilonia. Ora, il motivo della consolazione testimoniata da Giovanni è l’incontro imminente con Gesù. Dobbiamo pensare a un incontro molto concreto, fisico. Nella sequenza iniziale del Vangelo secondo Marco, Gesù entra in scena e si rivela pubblicamente per la prima volta.
Medito: quali motivi di consolazione ci sono nella mia vita? Li elenco tutti, preferibilmente su un quaderno o un foglio di carta.
TERZO. L’annuncio di Giovanni, però passa attraverso la richiesta di un impegno di conversione. Un “battesimo”, nel senso che uno/a ci si deve impegnare completamente.
Medito: che cosa significa per me, concretamente e pensando solo a queste tre settimane che rimangono prima del Natale, impegnarmi davvero a preparare l’incontro con Gesù? Provo a individuare una cosa, solo una, che desidero migliorare, in cui provare a mettere più attenzione, cura e impegno.
QUARTO. Giovanni dice che dopo di lui viene qualcuno di molto più importante, così sollecita la nostra attesa. Lui si riferisce alla presenza di Gesù che inizia il suo ministero pubblico, per noi in questo tempo significa prepararci al memoriale della nascita di Gesù, nella celebrazione del Natale.
Medito: chi è Gesù per me? Che sentimenti ho nei suoi confronti?
Preghiera
Tempo previsto 3′
Ora provo a raccogliere gli spunti che ho meditato e a trasformarli in preghiera. Dev’essere una preghiera semplice, con le mie parole, rivolta a Gesù. Potrebbe essere (ma solo come esempio):
Gesù, mi ha emozionato ritornare all’inizio del Vangelo. È come ripercorrere l’inizio di una storia d’amore. Ti ringrazio perché anche in mezzo alle preoccupazioni di questi giorni ho tanti motivi di consolazione… […]. Mi propongo di impegnarmi di più… […], per essere attento a vivere la festa con consapevolezza e intensità spirituale. Non vedo l’ora che sia Natale: sostare davanti alla tua natività suscita in me il desiderio di amare di più.
Contemplazione
Tempo previsto 2′
Infine, contemplo.
Scelgo una parola, una sola, che riassuma il contenuto della mia preghiera; potrebbe essere: speranza, o consolazione, o Vangelo, o Gesù. Prima di uscire dalla preghiera, mi siedo comodo, metto la schiena dritta, chiudo gli occhi e respiro lentamente. Mentre respiro, ripeto lentamente, al ritmo del mio respiro la parola che ho scelto. Faccio questo per 2 minuti o finché me lo sento. Non devo fare altro.
Al termine mi faccio lentamente il Segno della Croce ed esco dalla preghiera.