Per tutti sarà Natale

In un’era di attese deluse
e risposte mancate,
mentre millenarie certezze
crollano annichilite
e ideologie di carta
balbettano il nulla,
nel paradosso di esistenziali antitesi
(frenesia di onnipotenza –
proclamata casualità del tutto)
che divorano l’uomo,
nel nostro cuore
che anela all’infinito
grida ancora l’attesa:
“Quando verrai, Signore? Perché indugi?
Grovigli d’ingiustizie
incatenano l’uomo,
soprusi intollerabili ne infrangono
l’innata dignità,
e noi, Tuoi figli,
nell’oscuro crepuscolo del mondo,
non abbiamo più mani
per raccogliere strazi senza voce!”
Ma il tempo del Signore
non contempla ritardi o fallimenti
né facili vendette:
nell’alveo dei millenni
scorre il fiume infinito
di una pietà sapiente
che attende,
con pazienza amorosa,
che ogni tralcio
si riannodi alla vite,
che ogni agnello perduto
sia riabbracciato.
Egli verrà, a illuminar le genti,
incendiando i colori dell’aurora,
a ricomporre stinti frammenti
di storia senza volto
in un mosaico denso
di trama e verità.
Respirando
nel diaframma del mondo,
cooperatori di pietà e giustizia,
ogni sole che sorge
accenda il nostro cuore,
ogni umano dolore
ci appartenga.
Solo così per tutti
sarà Natale.

Carla Roli




I doni di Gesù bambino

Acaz e Isaia (I lettura), Paolo (II lettura) e Giuseppe (vangelo); nessuno può sottrarsi alla sua vocazione, per ciascuno c’è una chiamata, anche per noi:

– Essere o accogliere un segno di fede

– Una missione

– Un sogno

Ricordo la mia nonna quando mi diceva, da piccolo, che i doni di Natale li portava Gesù bambino. Io facevo fatica a mettere insieme un piccolo bambino (anche se era Gesù) e un anziano signore come Babbo Natale, ma poi ho capito bene.

Babbo Natale porta i doni che troviamo sotto l’albero; Gesù bambino ci porta i doni spirituali, quelli senza i quali anche gli altri regali perderebbero la loro magia.

Quale sarà, dunque, il tuo dono in questo Natale?

Non il dono che tu porti, ma il dono di Dio per te.

Sarà un segno, per confermare la tua fede e che Dio ti è vicino?

Sarà la chiarezza di sentirti al posto giusto nel momento giusto, per adempiere la tua missione? (Quale sensazione esiste, più bella di questa?)

Oppure sarà un angelo che ti sussurra e conferma che il tuo sogno è possibile, soprattutto se un sogno d’amore e giusto?

Preparati a vedere, ascoltare e sentire.

Nella notte che ci attende, notte di profumo di paglia, di cori di angeli e di stelle, tutto è possibile.

Don Davide




Tutto diverso e piccolo

“Ci sarà un sentiero e un strada” (Is 35,8): di solito si scelgono i tracciati sulle mappe o si percorrono dei tragitti per arrivare a una meta, un luogo. Al termine ci può anche attendere un appuntamento, magari desiderato: l’incontro con un amico o una persona amata.

Oggi certamente la liturgia ci parla di questo itinerario: “ci sarà” (al singolare) un sentiero, inizialmente stretto, forse impervio, che diventerà una strada, prima una mulattiera, poi una strada battuta o addirittura pavimentata, che ci porterà all’incontro con Gesù.

Anche Giovanni Battista, che fra tutti era quello che aveva le idee più chiare, esita. All’inizio è difficile riconoscere in Gesù i segni grandiosi della salvezza di Dio, della redenzione del mondo.

“Sei proprio tu?” (Mt 11,3) chiede Giovanni.

Dopo la chiarezza straripante di domenica scorsa, viene assalito da un dubbio.

Sembra tutto così diverso, e piccolo…

Anche noi ci accingiamo a celebrare il Natale nella solennità della liturgia, con acclamazioni, formule e preghiere debordanti: “È nato il Salvatore!”, “Oggi la pace viene nel mondo!”, “Tutto è permeato di gioia!” poi guardiamo fuori e ci sembra che non sia proprio così. Oltre alla guerra, continuano altre cose brutte, e poi ci sono tanti dolori, solitudini e preoccupazioni, spesso nascoste.

Ma Gesù conferma Giovanni e noi, indicandoci proprio la direzione giusta e invitandoci a percorrere il sentiero corretto che diventerà una strada.

“Guarda”, dice, “guardate!” I segni dell’amore di Dio sono grandiosi e nascosti allo stesso tempo.

Bisogna saperli e volerli vedere. Bisogna allenare lo sguardo!

Quante volte è capitato che Gesù facesse un miracolo sotto gli occhi di tutti e solo in pochissimi lo riconoscessero, mentre gli altri ne facevano motivo di disputa, o addirittura di scandalo! Così è ancora oggi. Bisogna allenare i riflessi giusti, per cogliere la velocità con cui il regno di Dio si manifesta davanti al nostro naso, e poi scompare altrettanto velocemente se trova qualcuno non pronto o disposto a riconoscerlo.

Il Natale è una grande storia di libertà, interpellata e rispettata.

Perciò, allenati! Guarda. Per tutte le orribili guerre che sono in corso e per i regimi che uccidono i ragazzi, ci sono giovani uomini e giovani donne che hanno il coraggio di rivendicare la libertà. A proteggerci dalla violenza, quanti gesti di tenerezza ci sono? Di fronte alla malattia e alla sofferenza, che hanno un potere schiacciante e vanno rispettate con il massimo rigore, quanti gesti e risorse di cura vengono messi in campo?

Il regno di Dio, per farsi spazio, è anche una questione di decisione, di scegliere cosa guardare, come educare i nostri pensieri, dove orientare la nostra attenzione, su quali sentieri e strade percorrere i nostri passi.

Dipende cosa decidi di guardare, e i tuoi occhi saranno luminosi od oscuri.

Dipende cosa decidi di pensare e i tuoi pensieri saranno orientati al bene o malvagi.

Dipende quali percorsi intraprendi e ti troverai in una terra fertile e buona o in un deserto arido e ostile.

Il regno dei cieli è piccolissimo, ma se lo vedi, è più grande di ogni cosa.

Don Davide




Piccolo e nascosto

È una storia di incontri intimi quella di questa domenica: lo spirito del Signore che si posa su germoglio… (Is 11,2)

Chi può descrivere che cos’è l’esperienza spirituale e l’efficacia che questa ha su un piccolo germoglio rispetto alla potenza della pianta, al vigore dell’albero cresciuto, o agli effetti che il profeta descrive di un cambiamento del mondo intero e di una conversione del cuore di tutti i popoli?

Pensiamo a che cosa significhi oggi la conversione del cuore di tutti i popoli, in prospettiva di giustizia e di pace.

Porterebbe una rivoluzione planetaria come mai ce ne sono state nella storia del mondo.

Poi c’è una voce che grida in uno spazio silenzioso – il deserto, il silenzio della nostra anima – dove i suoni si amplificano, ma possono anche disperdersi, e questa voce ci invita a “preparare la via del Signore” (Mt 3,3) a lasciarlo venire nel nostro spirito, a raddrizzare i nostri sentieri; se c’è qualcosa che non è andato bene, il Signore lo scruta, ci guarda con sguardo di misericordia, è in grado di perdonarci.

Giovanni fa questa preparazione, e il momento più intimo sembra quello anche più terribile.

Il signore tiene in mano la pala per pulire la sua aia dagli scarti e delle scorie (cf. Mt 3,12). La sua aia siamo noi! È il nostro cuore, il nostro intimo! Lui vuole raccogliere i frutti preziosi che noi sappiamo dargli e purificare, bruciare tutto quello che c’è di sbagliato, di impuro, che corrompe la bontà del frutto.

In questa storia intima ci siamo noi, con i nostri desideri di bene e la nostra speranza che questo Natale ponga questo germoglio, ci faccia fare l’esperienza spirituale e generi un cambiamento radicale che non è nelle nostre mani, ma nelle mani e nella potenza del Signore.

Don Davide




Nella luce del Signore

“Camminate nella luce del Signore” (Is 2,5).

Il profeta Isaia, dopo avere concepito la più grande visione di pace e la più grande speranza per l’umanità, lascia questo invito.

Camminare nella luce del Signore, è il modo concreto che abbiamo di trasformare il mondo.

Ne sentiamo talmente tanto l’importanza, che con la ripresa dell’anno liturgico e con l’inizio della preparazione al Natale, accendiamo tante luci diverse: le candele dell’Avvento, le luminarie nelle città, le lucine negli addobbi di casa.

Camminare nella luce del Signore significa lasciarci ispirare nuovamente, e in modo inedito, dalle parole di Gesù. Provare a conoscerlo meglio, cercare di imitarlo, rimetterlo al primo posto tra tante occupazioni e preoccupazioni.

Camminare nella luce del Signore, ci permette, infine, di comprendere meglio le parole di Gesù a Maria (di Betania), che meditiamo nel piccolo ritiro attraverso cui entriamo in questo tempo di luce: “Una sola è la cosa necessaria” (La 10,42).

C’è bisogno di lasciare che la sapienza di Gesù ci plasmi e che la luce che emana da lui illumini, colori e rallegri tutti gli aspetti e gli ambiti della nostra vita.

Sono molto dispiaciuto di non potere festeggiare il compimento del mio ottavo anno in parrocchia. Da parte mia, i motivi per festeggiare sarebbero molti, spero – senza falsa modestia – che ce ne sia qualcuno anche per la nostra comunità.

D’altro canto, c’è comunque una bellissima occasione da festeggiare, ed è il compleanno di don Valeriano che ricade proprio questa domenica. Siamo orgogliosi della sua presenza con noi, anche se un po’ meno visibile, non meno significativa attraverso la preghiera e il suo esempio. Tanti auguri don Valeriano!

Voglio salutare tutti, soprattutto i ragazzi e le ragazze del catechismo e dei gruppi medie, che in questo sabato e domenica vivono la 2gg. in parrocchia. Sono orgoglioso dell’impegno delle catechiste, delle educatrici e degli educatori dell’ACR e anche delle educatrici dei gruppi delle superiori, che continuano a creare occasioni di incontro e di formazione. Ringrazio, infine, tantissimo, chi ha preparato le torte per il banchetto! Mannaggia che non posso. Ho desiderio di vedervi e mi manca di condividere l’Eucaristia con voi!

Voglio anche ringraziare la segreteria, i ministri e chi, in queste settimane, mi ha sostituito in vari modi e ha sopperito alla mia assenza, dimostrando una volta in più la cura per la nostra parrocchia e per la comunità concreta che la vive.

Che questo tempo di Avvento ci aiuti, insieme, a rivestirci del Signore Gesù (Rm 13,14).

Don Davide




A metà dell’Avvento

Dilatare il cuore

Tutti gioiamo e ognuno gioisce per cose anche molto diverse.

Bisognerebbe imparare a gioire con chi gioisce, e ad accogliere il pianto di chi piange.

Quando riusciamo ad attivare questa circolarità virtuosa, dilatiamo il nostro cuore, ci apriamo anche a cose che prima non ci interessavano e non conoscevamo,

la nostra esistenza si espande, siamo più capaci di accogliere e comprendere la vita.

Rallegratevi

Di motivi di rallegrarci, questo Avvento, ne ha regalati parecchi alla nostra comunità.

Abbiamo celebrato una bella festa per l’anniversario del mio ingresso in parrocchia (ricordo che data la vicinanza del compleanno di don Valeriano, festeggiamo sempre in quell’occasione anche la sua permanenza tra noi da ormai molti anni); vediamo tanti bimbi contenti e tante famiglie del catechismo che partecipano con entusiasmo alla messa delle 10 loro riservata, nonostante i numeri ci travolgano rispetto alle nostre possibilità e ai nostri spazi; inoltre, la Provvidenza – che ha molti nomi concreti – ha permesso di attivarci per rilanciare alcuni gruppi dell’ACR e dei giovanissimi che per vari motivi avevano avuto una battuta d’arresto; i giovani della Zona Pastorale stanno realizzando un bel percorso e l’impegno caritativo della nostra comunità, grazie a persone speciali, è encomiabile.

Infine, io personalmente ho avuto alcuni incontri preziosi, che arricchiscono senz’altro anche la vita di tutta la Parrocchia.

Non angustiatevi

San Paolo, nella seconda lettura, dice anche di “non angustiarsi per nulla” (cf. Fil 4,5).

In realtà, non mancano le angustie. Sono preoccupato per le persone ammalate, che ci mancano e vorremmo che fossero di nuovo presto non solo insieme con noi spiritualmente, ma anche fisicamente. Vogliamo che non si sentano sole e che siano confortate e curate.

Sono inquieto anche perché nella frenesia delle incombenze, non riusciamo a realizzare nemmeno le più necessarie,

come ad esempio rieleggere il Consiglio Pastorale Parrocchiale.

Da ultimo, non nascondo qualche motivo di apprensione per la gestione economico-amministrativa della Parrocchia, che nonostante la competenza e l’aiuto totale del Consiglio Pastorale per gli Affari Economici, rappresenta un pensiero sempre costante.

Regali di Natale

Ho scritto queste cose in condivisione,

perché la Parrocchia è di tutti, è davvero la nostra casa comune.

Tuttavia, mi rendo perfettamente conto che gli stessi motivi per rallegrarsi e le medesime preoccupazioni le ha anche ciascuno e ciascuna di voi, e che tutti potremmo pensare che già è faticoso stare dietro alle nostre cose, non riusciamo a caricarci i pesi gli uni degli altri.

Invece

è proprio a questa reciprocità che penso.

Voglio condividere le vostre gioie e farmi carico delle vostre angustie, e pregare al Signore per ciascuna di esse e per ogni vostra necessità. Desidero che la comunità parrocchiale viva questo in maniera circolare.

In questo modo espanderemo il bene e ce ne sarà in abbondanza per tutti, come se quei famosi cinque pani e due pesci fossero i nostri regali di Natale.

Don Davide




Settenario Under 20

Sette per settenari

(Compreso il titolo)

 

Ricomincia l’Avvento.

Sentite il silenzio.

Godetevi il tempo.

Amate gli amati.

Perdonate nemici.

Difendete le vite.

Risplendete di luci.

 




Il frutto c’è

Quarta settimana d’Avvento

Siamo giunti all’ultima settimana di questo intimo e personale itinerario d’Avvento.

È il tempo/terreno di portare frutto.

Vorrei che tutti credessimo con convinzione che c’è in noi anche e soprattutto il terreno buono, quello che porta frutto. Il Signore lo ha lavorato in noi lentamente, ma con costanza e cura. Se ce ne avvediamo, possiamo essere riconoscenti!

Ecco allora l’esercizio per te, per concludere questo cammino e prepararti al Natale con animo lieto.

Armati di carta e penna. Se ce li hai, ti consiglio di usare il tuo taccuino e la tua penna preferita.

Anche in questo caso, pianifica un momento tranquillo, dove sei certo di potere agire indisturbato! Ci vogliono quindici minuti… per un grande beneficio. Ne vale davvero la pena!

Mettiti alla tua scrivani e chiudi la porta, oppure siediti al tavolo di casa, ma solo quando c’è quiete, o perché sono tutti fuori, o al mattino presto. Se ti fa piacere concediti una bella colonna sonora, o accompagna l’esercizio con una tisana.

Ti consiglio di rispondere a queste due semplici spunti.

1. Che cosa c’è stato di bello, nella mia vita, a partire da marzo, nonostante la pandemia? (Provo a riconoscere tutto ciò che ha contraddetto la narrazione di un anno “schifoso”; anche se magari ci sono state davvero tante cose brutte, provo a concentrarmi su quelle belle.)

2. Individuo e focalizzo due cose che ho imparato o da un’esperienza, o da un libro o un film o una musica, o da una lezione di vita. (Descrivo cos’ho imparato, quando ho capito di aver ricevuto un insegnamento, qual è stata la situazione da cui ho potuto imparare.)

Concludo scrivendo una preghiera personale. Non importa che sia un trattato di teologia o una poesia mistica. Basta che metta in fila un ringraziamento, una supplica e una benedizione. Quando vuoi, potrai recitarla davanti al presepe.

 

PS: se vuoi raggiungere il livello “pro”, puoi decidere di scrivere un biglietto o una breve lettera a qualcuno a cui vuoi bene (il coniuge, un partner, un/a amico/a). Condividi un momento piacevole con lui/lei di quest’anno, raccontagli/le un’esperienza che ti ha insegnato qualcosa, e digli/dille che sei contento di festeggiare il Natale con la sua presenza nella tua vita.

Ti lascio scoprire che effetto meraviglioso e sorprendente avrà questa cosa.




Il passo della gioia

Nel percorso verso l’avvento, questa domenica batte il passo della gioia. Anche la candela della corona cambia colore e diventa rosa. Tra le quattro dell’Avvento, questa è una domenica che si distingue. Gioite, rallegratevi sempre, il Signore viene (Fil 4,4), recita l’antifona della liturgia odierna.

Come sempre la Parola proposta è ricca; iniziamo col soffermarci su alcune espressioni, della lettura di Isaia (61, 1-2.10-11), sottolineando tre passaggi che soggiacciono a questo invito alla gioia.

Primo passaggio. Come battezzati siamo consacrati, siamo parte di Dio e, come tali, siamo chiamati all’annuncio e alla carità. Questa è la nostra gioia. Portare il lieto annuncio ai miseri, fasciare le piaghe dei cuori spezzati, proclamare la libertà degli schiavi, … perché appartengo, apparteniamo a Dio, tutti. Non esiste condizione che ci privi e privi nessuno del suo abbraccio amorevole.

Secondo Passaggio. Egli mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il mantello della giustizia, mi ha nobilitato con i suoi gioielli. Così come ha impreziosito me, Dio desidera che l’umanità sia ugualmente impreziosita riconoscendo lo Spirito nel suo essere, anche mediante l’azione di ogni singolo consacrato.

Terzo Passaggio. Solo così, germoglierà la giustizia e tutti potremmo dire le meraviglie di Dio. Poiché come un giardino fa germogliare i suoi semi, anche la terra di ciascun essere umano può essere fertile e fruttuosa. Come sempre si intreccia il rapporto personale con Dio anche attraverso la relazione con chi mi è vicino.

C’è di che essere gioiosi. Il Signore per primo è vicino. Come possiamo riconoscerlo? Giovanni il battista nel Vangelo odierno rappresenta la figura che ognuno di noi può avere come modello per un percorso che renda visibile la presenza di Cristo nelle nostre giornate verso il Natale, e non solo. A noi tocca ‘ritrarre’ il nostro ego per lasciare spazio al Messia, al Consacrato; noi siamo voce nel deserto, Egli è Parola del Giardino, seme che germoglia. C’è una distanza tra divino e umano che grazie al Natale viene colmata, per l’abbondante misericordia di Dio.

Ecco, il nostro Dio viene anche così: riconoscendo di essere sua parte, consacrati e inviati alle donne e agli uomini che ci sono vicini.

Senza timore alcuno poiché siamo rivestiti della sua splendida bellezza; a noi tocca solo di lasciare che sia lui a prendere spazio e la vita cambierà, sarà Natale vero.

Rallegratevi dunque, Rallegratevi nel Signore, sempre.

Anna Maria e Francesco Paolo




Sradicare i rovi

Terza settimana d’Avvento

 

I rovi sono quelle cose che uccidono la Parola di Dio, togliendole il respiro, cioè impedendole di soffiare in noi lo Spirito di Dio.

Nel terzo terreno la Parola di Dio attecchisce, ma poi crescono i rovi e la soffocano.

Soffocare: uccidere togliendo il respiro.

In questa terza settimana d’Avvento, dunque, dobbiamo sradicare i rovi.

1 – Sradicare le preoccupazioni

Gesù dice che la prima cosa che soffoca la Parola di Dio sono le preoccupazioni del mondo. Dobbiamo perciò trovare la via di rasserenarci, però non in maniera fittizia o volontaria… ma facendo un gesto di affidamento.

Ecco il primo esercizio che puoi fare. Ti consiglio di farlo una volta sola, nell’arco della terza settimana d’Avvento. Nulla ti impedirà di ripeterlo successivamente, ma per questo nostro percorso, limitati a una volta sola. Però pianifica quando farlo. Ti ci vogliono 10 minuti di quiete, senza che alcuno ti possa disturbare.

Vai in chiesa, oppure chiuditi in camera, inginocchiati, pensa un attimo alle tue preoccupazioni e ai tuoi affanni del momento e pensa che li vuoi consegnare nelle mani del Signore. Non insistere troppo nella focalizzazione: lo scopo non è preoccuparsi di più, ma consegnarli.

A questo punto mima proprio il gesto della consegna: le braccia che si tendono in avanti, con le palme verso l’alto. Fermati. In quella posizione, con i gomiti leggermente piegati, gli avambracci protesi in avanti, le mani rivolte verso l’alto prega il Salmo 130/131. È fondamentale tenere le palme aperte ed essersi preparati prima il testo del salmo, in modo da poterlo leggere senza distrarsi nel momento di affidamento.

Alla fine sentirai che tutti gli affanni sono passati.

Salmo 131

Signore, non si inorgoglisce il mio cuore
e non si leva con superbia il mio sguardo;
non vado in cerca di cose grandi,
superiori alle mie forze.

Io sono tranquillo e sereno
come bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è l’anima mia.

Speri Israele nel Signore,
ora e sempre.

2 – Sradicare le seduzioni della ricchezza

Il secondo rovo che soffoca la Parola di Dio è la seduzione della ricchezza. Il gesto che neutralizza queste spine mortali è fare un piccolo atto di beneficenza. Anche in questo caso, per il nostro cammino di Avvento, è sufficiente una volta, nell’arco di questa terza settimana. Magari non lo stesso giorno che hai fatto l’esercizio precedente. Ti propongo una piccola cosa, ma genuina. Non c’è bisogno che tu dia via metà del tuo patrimonio o che faccia una donazione che ti pesa. Basta un gesto di generosità senza se e senza ma, come – ad esempio – lasciare 2 euro a un mendicante per strada (dimenticando per una volta tutte le buone ragioni per cui non sarebbe opportuno farlo), oppure fare una piccola donazione a un’associazione che ritieni affidabile… Qualcosa fatta con questo spirito: “voglio neutralizzare la seduzione della ricchezza”. Importa che tu lo faccia “oggi”. Avrà efficacia anche “domani”.

3 – Sradicare le passioni ingannevoli

Sradicare le nostre passioni negative è quasi impossibile, è un dono della grazia di Dio che ci aiuta come a “sostituirle”, ad animare di bene le nostre passioni. È un’opera che compie lo Spirito Santo, solo che noi non lo preghiamo quasi mai, per questo è “quasi impossibile”.

Ti consiglio di radicarti nella preghiera allo Spirito Santo, pregando la Sequenza allo Spirito Santo tutti i giorni di questa terza settimana d’Avvento, alla mattina, appena sveglio, oppure nel primo momento libero. È indispensabile non farlo mentre fai altre cose, tanto ci vuole un minuto solo per dire tutta la sequenza.

Ti sembrerà incredibile, ma sentirai l’efficacia della Parola che ti cambia in meglio.

Sequenza allo Spirito Santo

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo
nel pianto, conforto.

O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelidio,
drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna. Amen.