La Domenica del Battesimo di Gesù fa da cerniera tra il Tempo di Natale e l’inizio del Tempo Ordinario.
Entriamo nel cammino dell’anno e riprendiamo i percorsi usuali della nostra vita, avendo negli occhi il panorama delle feste e guardando in avanti all’itinerario che ci attende, come chi al valico di una forcella montana guarda alle spalle un paesaggio favoloso e scruta la meta avanti a sé dall’alto.
Di solito, la salita per arrivare alla forcella in un sentiero di montagna è molto faticosa, quindi quando si arriva in cima ci si sente stanchi, ma anche entusiasti per il traguardo raggiunto. Si desidera fare una pausa. Allora si cerca un posto riparato, perché in mezzo al valico tira sempre un vento forte, e si mangia un panino per ricaricare le energie fisiche per i passi successivi.
Ugualmente anche noi, al valico di queste feste. Abbiamo l’energia della festa che ci ha ricaricato: la conferma dell’amore di Dio su di noi, la meraviglia del Natale che si è rinnovata, la gioia di seguire la stella divina come i magi.
La meta è la Pasqua e sta davanti a noi, lontana, ma fin da adesso riusciamo a intravederla nella scena di Gesù che viene investito della benedizione dello Spirito Santo dall’alto.
Le feste di Natale sono state belle, ma la grande intensità spirituale ci ha chiesto concentrazione e accoglienza. Così, la Parola di Dio è il nostro “panino” che ci rifocilla, e la possibilità di ascoltarla nella liturgia, al riparo della montagna, è la sosta che ci ricarica le energie.
Durante la sosta, dopo avere mangiato, si ha bisogno di bere. Capita spesso che dopo una salita impegnativa l’acqua sia finita. Proprio perché abbiamo compiuto un meraviglioso cammino, abbiamo bevuto molto… ma abbiamo ancora sete.
Ed ecco che la prima parola che ascoltiamo, in questa domenica è un incoraggiamento strepitoso.
“O voi tutti assetati, venite all’acqua!”
Ci sono sorgenti nel sentiero che ti sta davanti!
Se hai sete, se cerchi, semplicemente vieni. Scoprirai meraviglie! Ci saranno fonti, e altri scenari… e stelle alpine!
Fuori di metafora, siamo invitati a cercare nel Signore ciò di cui sentiamo il bisogno. In modo particolare, siamo invitati ad ascoltare la sua Parola nella liturgia, insieme all’assemblea della comunità: lì si preparano altri doni, dopo quelli natalizi, perché quella Parola è come la pioggia e la neve che irrigano il terreno per la primavera.
“Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete!”
Sorprendentemente, il Signore che è entrato nella storia si mostra ancora presente come nel tempo dell’Avvento e del Natale. “Cercate il Signore mentre si fa trovare, invocatelo mentre è vicino!” era lo stesso annuncio che risuonava anche all’inizio dell’Avvento, e ci viene ridetto oggi.
Ci rimettiamo in cammino, e il Signore è sempre vicino.
Don Davide