Dic 24

Natale come viene

Di

Una storia visitata e redenta

Celebriamo questo Natale ancora con la preoccupazione della pandemia, dopo che l’anno scorso avevamo vissuto il sacrificio di stare lontano da parenti e amici. A febbraio del 2020, quando i più seri esperti di pandemie accennavano alla possibilità che ci volessero due o tre anni per uscirne, tutti eravamo sgomenti e ci auguravamo che fosse un’esagerazione. Tecnicamente, due anni sono già passati, anche se in Italia e in Europa si contano a partire da febbraio.

Questa lunga situazione ha cominciato a mostrare le sue brutte conseguenze: chi ha subito economicamente, è arrivato a dovere chiudere la propria attività; gli effetti sull’impoverimento si stanno facendo sentire e – soprattutto – c’è una tensione sociale crescente e le ansie e le preoccupazioni stanno diventando più radicate, mostrando alcune volte anche il loro aspetto più irrazionale.

Come se non bastasse, gli equilibri del mondo sono quanto mai precari: in alcune zone geopolitiche sembra che si giochi a Risiko, dimenticando che non si tratta affatto di un gioco; milioni di disperati abbandonano le proprie radici, affrontano attraversamenti esasperanti, varcano frontiere verso l’ignoto.

Infine, l’Albero di Natale dovrebbe almeno ricordarci di quanto sia urgente e grave la situazione ecologica del pianeta, e quanto ci sia bisogno – come dice papa Francesco – di un’ecologia integrale: del vivere, delle relazioni, della gestione del tempo, dell’economia e della custodia del creato.

Queste considerazioni, che appaiono così minacciose, assomigliano tuttavia all’incipit del vangelo della notte di Natale.

Potremmo parafrasarlo così: “Sotto il dominio degli imperi, in balia della gestione dei potenti, nel corso consueto della storia, mentre Giuseppe e Maria erano in viaggio, si compirono per lei i giorni del parto…” (Lc 2,1-6).

Vedo un incoraggiamento bellissimo nel proclamare solennemente un’altra volta questo testo che ormai sappiamo a memoria.

La storia, così com’è, è marcata da un Avvenimento. Il mondo, per quanto cupo, minaccioso e ripetitivo sembri, è visitato da una Presenza.

Questi nostri giorni, proprio questi giorni sono raggiunti dall’amore di Dio, rinfrancati dalla nascita di Gesù bambino.

Due persone che si amano, Giuseppe e Maria, che si prendono cura l’uno dell’altra e che scelgono di condividere le incombenze, accolgono la vita come viene, con la fiducia che sia preparata per loro.

La pacificazione e lo squarcio di luce che attrae tutti come i personaggi del presepe avviene grazie a questo motivo.

Perciò, incoraggiamoci a vicenda amici ed amiche.

Festeggiamo con fiducia!

Chi è credente celebri la Nascita di Gesù partecipando alle liturgie e ringraziando di cuore per i doni che possiamo riconoscere; tutti cerchino il bene, ci si scambi gli auguri con affetto e rincuoriamoci.

Una storia perfetta non avrebbe neanche bisogno di essere visitata.

Un mondo malconcio e malandato, invece, può gioire per la redenzione offerta dal Signore e accolta dagli uomini e dalle donne dal cuore aperto e buono.

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