Abbiamo tutti bisogno di scoprire che la nostra vita è preziosa e ha una destinazione bellissima
Alla fine del capitolo 15 della Prima lettera ai Corinzi, dopo una riflessione serrata sul mistero della resurrezione, Paolo scrive una frase di una bellezza struggente: “Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore” (1Cor 15,58).
Le cose non sono vane.
Dopo una meditazione così intensa, uno si sarebbe aspettato una conclusione solenne e aulica, invece l’apostolo ci consegna un incoraggiamento semplicissimo e vero. La fede nella resurrezione di Gesù non toglie gli ostacoli, non evita le difficoltà e non risolve tutto magicamente, eppure ci dà le motivazioni per essere saldi e irremovibili, tenendo il timone ben saldo e la rotta dritta, sapendo che nessuna fatica è vana, che tutto viene custodito da lui. Il Signore raccoglie con il suo amore ogni istante e ogni passo della nostra vita, rendendola preziosa e conferendole senso.
Non c’è consapevolezza più lieta e serena di questa. La Pasqua, in fondo, è la parola grazie detta sulla nostra esistenza.
In modo particolare, quest’anno, siamo grati per la vita giovane, per la vita dei giovani. La Chiesa ha voluto metterli al centro del proprio Sinodo, affinché possano essere ascoltati da tutti e protagonisti del rinnovamento ecclesiale. Nelle catacombe romane, spesso, il Signore risorto è rappresentato come un giovane: la resurrezione è giovane. Uno dei segni della Pasqua è la vitalità nello Spirito delle prime comunità cristiane: piccole “parrocchie” con energia, dinamismo, fantasia da vendere, entusiasmo e coraggio.
Vogliamo che la speranza divampi dalla nuova vivacità che i giovani sapranno infondere alla Chiesa, una vivacità che deve essere fatta a modo loro e non contenuta dalla tradizione. Vogliamo colmare le chiese di giovani e vedere nei loro volti quello del Risorto, ed essere grati ancora una volta per il dono della vita, che rinnova le proprie energie attraverso di loro.
Don Davide
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