Ott 25

Tra le consolazioni

Di

“Io li riporterò tra le consolazioni…” (Ger 31 – I lett.)

Il principio della Pasqua – il riscatto, la consolazione – attraversa profeticamente tutta la Bibbia, anche l’Antico Testamento, e si realizza compiutamente nel Nuovo con la resurrezione di Gesù.

Come non sentire vere queste parole della prima lettura, di fronte alle esperienze dolorose che il nostro quartiere, la nostra città, le parrocchie della diocesi e tutta la regione hanno attraversato con le recenti alluvioni?

C’è stata un’esperienza di pianto, ci sarà un’esperienza di consolazione.

A patto che decidiamo di vedere, che vogliamo fermamente essere liberati da quella cecità del cuore e della mente, per cui non vediamo i rischi, non sentiamo il pericolo che corrono le persone e non abbiamo l’intelligenza di un rapporto corretto con l’ambiente.

Ancora la prima lettura, ci ricorda che ci sono “fiumi ricchi di acqua” e che sono una cosa buona: i fiumi e l’acqua da sempre sono decisivi per la vita delle persone e dell’ecosistema. È la nostra cecità a trasformarli in strumenti di devastazione e morte.

Con la tecnologia, gli strumenti, le competenze ingegneristiche e soprattutto la ricchezza che abbiamo in Italia, dobbiamo abbandonare ogni scusa, aprire gli occhi, vedere la nostra responsabilità e agire sul nostro dovere.

Questo è anche uno dei modi di rispondere alla chiamata alla santità, oggi. Solo se saremo testimoni di una promessa di vita che si costruisce a partire da qui – dalla vita che ci è donata e dal mondo che ci è affidato – potremo essere testimoni luminosi di una vita che ci sovrasta per abbondanza e pienezza, e che ci attende.

Aprire gli occhi per vedere l’invisibile.

Quando accolgo le mie responsabilità e provo di vivere la mia vocazione all’amore e al servizio, anche delle urgenze, allora la cortina che divide il passaggio fra il di qua e la luce che si irradia dall’altrove si fa più trasparente e possiamo intravedere qualcosa.

Ci saranno consolazioni.

Io so che riabbraccerò la mia mamma e tornerò a parlare di cose liete con mio papà. So che racconterò alle tante persone della parrocchia quello che è accaduto qui, dopo che loro se ne sono andate.

È la Pasqua di Gesù, che è sempre all’opera per chiamarci all’amore, per farci diventare santi e per metterci al servizio, anche quando è concreto e urgente come in questi giorni.

Don Davide

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