Ott 30

Speranza

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Al centro dell’esistenza cristiana

La festa dei Santi e il ricordo dei defunti ci portano a fissare lo sguardo su ciò che è più essenziale e distintivo della vita di discepoli di Gesù: la speranza cristiana.

La speranza non è ottimismo o autoconvincimento. La speranza cristiana è un rapporto con la realtà, fondato sulla consapevolezza che il tempo presente è sempre caratterizzato da difficoltà e affanni, che possiamo affrontare mantenendo la serenità sapendo che c’è un traguardo di pace.

Speriamo per abitare il mondo con una luce.

Nella speranza il nemico più radicale di tutti è la morte. La morte ci fa paura per due motivi: per la sofferenza che spesso la precede, per l’idea che finisca tutto.

Non ci sono risposte persuasive a queste paure, se non la maturazione interiore che può avvenire in ciascuno di noi.

La prima di queste paure si affronta con la compagnia, la vicinanza, la possibilità di non essere soli. Dobbiamo quindi, a nostra volta, fare il possibile perché nessuno soffra da solo e che tutti possano affrontare il passaggio con qualcuno che tenga loro la mano.

La seconda di queste paure si affronta fondandosi sulla speranza. Prima di noi c’è stata vita, segnata da affetti che riconosciamo come i nostri avi, dopo di noi ci sarà vita, segnata da quegli affetti con cui abbiamo costruito relazioni famigliari e di amicizia.

La vita ci precede e ci supera.

Ogni tanto penso alla mia bisnonna e al mio nonno paterno, che non ho conosciuto, ma che sento come persone di famiglia, non estranei. In altre occasioni immagino come guarderebbero le cose che accadono, quelle che faccio, le persone più care che ho dovuto già salutare e mi rassereno, certo che sono rincuorati dal vedere che la vita di coloro che hanno amato va avanti.

Infine, c’è un altro particolare. Santi e beati insieme con le persone care defunte vivono l’incontro con Gesù, nella sua forma più vera e definitiva.

Ho scommesso tutta la mia vita su questo incontro,

che vivo quotidianamente nello Spirito del Risorto, ma che attendo in tutta la sua pienezza. Non posso che rallegrarmi nel saperli in questa felice compagnia.

Don Davide

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Comments (1)

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    Anna amaria

    4 Novembre 2024

    Gli articoli di don Davide li seguo sempre con interesse, in questo ultimo, grande tenere la mano a chi soffre, chi sente la morte avvicinarsi, chi sente la solitudine e ha paura… Tuttavia esprimo un po’ di amarezza in quanto trovo poca attenzione a questo valore cristiano nella nostra comunità, auspico maggiore coerenza fra la parola detta e l’agire concreto
    Anna maria

    Reply

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