La Veglia di Pasqua è la messa di Pasqua per eccellenza. È la “madre di tutte le veglie” da antichissima tradizione. Si chiama “veglia” non perché sia qualcosa di aggiunto alla messa, ma perché si celebra di notte, dopo il tramonto del sole, all’inizio del “terzo giorno” (secondo il conteggio all’ebraica) dalla morte in croce di Gesù.
Celebriamo di notte quasi per intercettare il mistero più grande della storia del cosmo, ossia quando è successo che Gesù abbia spaccato le catene della morte e cosa sia successo realmente. La liturgia lo dice perfettamente nell’Annuncio Pasquale: «O notte veramente beata, tu sola hai meritato di conoscere il tempo e l’ora in Cristo è risorto dai morti!».
Così la Veglia di Pasqua inizia con la luce che dissipa le tenebre: la prima parte della veglia è infatti la LITURGIA DEL FUOCO. Questo fuoco è il simbolo dello Spirito Santo che opera la resurrezione di Gesù: è il mistero dell’amore di Dio che brucia, ma non consuma, come il roveto ardente di Mose (Es 3). Il Cero Pasquale acceso al fuoco nuovo è il segno della presenza reale di Cristo Risorto nella sua chiesa. Per questo il Cero è il protagonista assoluto di questa celebrazione: apre la processione iniziale solcando il buio, viene incensato e cantato nell’Annuncio Pasquale, sta accanto all’ambone nella lettura del Vangelo, viene usato per la benedizione del fonte battesimale e, infine, domina la scena sul presbiterio per tutto il tempo fino alla Pentecoste.
La seconda parte della veglia è la LITURGIA DELLA PAROLA, dove attraverso un ascolto prolungato e pacato dei grandi eventi della storia della salvezza, noi vediamo preannunciato il mistero della resurrezione di Cristo e veniamo preparati ad accogliere questo grande annuncio, che esplode nel salmo alleluiatico e nella proclamazione del Vangelo.
La terza parte della veglia è la LITURGIA BATTESIMALE, O LITURGIA DELL’ACQUA, nella quale celebriamo il momento che ci ha resi partecipi della resurrezione di Gesù, cioè il Battesimo.
La quarta parte della veglia è la LITURGIA EUCARISTICA, nella quale riviviamo tutto il mistero del Crocifisso – Risorto, offerto per la nostra salvezza, vivo e presente nella sua Chiesa e nell’Eucaristia.
Il senso di queste quattro tappe è un progressivo inserimento dei credenti nella grazia della resurrezione. Dapprima la resurrezione viene rivissuta nel suo “evento” (liturgia del fuoco); poi viene annunciata alla chiesa (liturgia della parola); quindi si ricorda che la realtà della resurrezione coinvolge i credenti mediante il Battesimo (liturgia battesimale); infine viene celebrata e riattualizzata in forma rituale (liturgia eucaristica).
Non c’è niente di più efficace per “fare” Pasqua – ben al di là delle nostre disposizioni e dei nostri buoni propositi – che partecipare alle celebrazioni del Triduo Santo, nelle quali, la grazia di Cristo che tutto vince ci raggiunge e ci salva, aiutandoci a compiere tutti i “passaggi” (= le pasque) che siamo chiamati a fare.
Don Davide