Gen 06

Lettera ai Magi

Di

Carissimi Magi,

siete personaggi così affascinanti che vi rivolgo la parola come ad amici, col desiderio di accompagnare il vostro viaggio, di partecipare al vostro incontro e di seguire il vostro ritorno, come quando da bambino partivo insieme a voi dall’altra parte della casa, verso la capanna del presepe.

Vedo nel vostro seguire la stella, tre caratteristiche che ispirano anche il nostro itinerario.

La prima: il viaggio della pace. Dalle vostre terre, avete attraversato moltissime regioni del mondo, le più “calde” in termini di povertà e tensioni religiose e sociali. Se ancora oggi ripeteste il vostro itinerario, vedreste ogni forma di guerra e di violenza. Eppure, in qualità di adoratori di Dio e esperti della saggezza e delle scienze, avete solcato quei territori come costruttori di pace. Ci dite che è possibile, nella diversità di culture, razze, religioni e forme di governo, vivere ed edificare la pace.

La seconda: avete fatto il vostro percorso insieme. La tradizione ci obbliga a ritenere che non siate partiti tutti nello stesso momento e dallo stesso luogo, ma a un certo punto le vostre strade si sono unite, per tantissimi chilometri, fino all’incontro con Gesù bambino. Non deve essere stato facile sincronizzarsi con i ritmi dell’altro, aggiustare il passo, accettare le usanze, condividere il tempo. Mi piace immaginarvi a commentare le tradizioni culinarie, gareggiando e prendendovi in giro, come si fa tra emiliani e romagnoli. Voglio credere che siate un esempio e un modello per noi, che abbiamo iniziato quest’anno il cammino delle zone pastorali: abbiamo punti di partenza molto diversi, ma ad un certo momento siamo stati chiamati a fare la nostra strada insieme e a scoprire che questo lungo cammino, ci porterà con doni diversi ad adorare Gesù.

La terza: lo sguardo durante il vostro ritorno. Siete tornati indietro per un’altra strada: penso significhi che avete avuto altri occhi, il cuore trasformato e categorie nuove per interpretare le cose. Mi auguro che la stessa cosa possa succedere per noi, per la nostra pastorale. Che dopo un incontro vissuto intensamente con Gesù, e proprio grazie a quell’incontro, sappiamo avere una saggezza pastorale più adeguata alle sfide che i tempi ci pongono.

Don Davide

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