“Se la tazzina è piena – dice il famoso proverbio cinese – non puoi versare altro tè, devi prima svuotare la tazzina.”
Giovanni Battista, nel suo rigore morale, non appena vede comparire Gesù al suo battesimo, intuisce che tutta l’umanità, e in essa ciascun uomo e ciascuna donna, ha sempre davanti due opzioni, ossia di essere immersi nel peccato o di essere immersi nello Spirito Santo.
È un’interpretazione drastica e terribile, persino esagerata,
ma anche solo a pensare alle brutture e alle atrocità che conosciamo e che ancora si consumano nel mondo, ci rendiamo ben conto di come il peccato sia una cappa che soffoca gli esseri umani e non li fa respirare come Dio vorrebbe.
Per questo Giovanni indica Gesù come colui che è in grado di sollevare questa cappa, di toglierla, e di immergerci nello Spirito di Dio, che ispirandoci l’amore, ci fa vivere.
Così il nostro cammino spirituale è tutto uno svuotamento e un riempimento, operato dalla grazia.
Svuotamento di ciò che non è bene e non ci fa bene. Riempimento dello Spirito di amore e di servizio.
Valgono le parole del poeta Angelo Silesio:
“Sta l’uccello nell’aria, la pietra sul suolo, vive nell’acqua il pesce, il mio spirito nelle mani di Dio”.
Don Davide
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