Già un anno che sono da voi (dovrei dire: da “noi”). Mi metto davanti alle letture di questa Prima Domenica di Avvento e sento come – ancora una volta e sempre – la Parola di Dio, prima di essere letta, è lei stessa che legge la nostra vita: «Io realizzerò le promesse di bene» (Ger 33,14). Mi chiedo: “Ho ricevuto il bene?”. Rispondo: “Sì”.
È un sì senza alcuna retorica, senza effetti di circostanza, animato dall’entusiasmo inaspettato di riconoscere una comunità, come la tua comunità, quella che prima di tutto ti ha accolto e ha fatto lo sforzo di volerti bene e che a un certo punto riconosci con una punta di calore nel cuore come la tua famiglia.
Forse non si riesce ad esprimere fino in fondo quanto sia difficile – quando un prete cambia – per il prete, voler bene a volti ancora sconosciuti, per i parrocchiani, voler bene a un prete che comunque risulta sempre un “usurpatore”. All’inizio ci si mette soprattutto una grande disponibilità, una disposizione interiore fatta di accoglienza e affetto regalato… poi viene il momento, che vale la bellezza di tutto il ministero, in cui riconosci alcuni dettagli e alcuni stili come usuali e dici: “Ok, sono a casa”.
In questo anno, mi ha accompagnato l’immagine di don Valeriano, fedelissimo, nella sua sedia in fondo alla chiesa, come un esperto capitano che dal suo punto di osservazione tiene d’occhio le peripezie del mozzo diventato timoniere. Il giovane marinaio, dalla sua, è furbo: sa che l’oceano di oggi, con l’effetto serra e i cambiamenti climatici, è molto più difficile di una volta, e quindi sa che è una fortuna indescrivibile essere in due lupi di mare sulla barca, piuttosto che uno solo. È una grazia navigare avendo le spalle coperte e con la certezza che, se ci sarà la bonaccia o i venti contrari, mentre tu tieni il timone, qualcuno saprà sistemare le vele, senza sprecare parole.
Quale preghiera migliore per questa esperienza che spegne la sua prima candelina, che rubare le parole di Paolo nella seconda lettura? «Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, per rendere saldi i vostri cuori nella santità» (1Ts 3,12-13).
In uno scenario cosmico preoccupante e sconvolgente, tale che molti “muoiono di paura” (Lc 21,26), mi auguro che, quale comunità cristiana, possiamo essere saldi nella fiducia, senza paura (come ha dichiarato papa Francesco in questi giorni), e decisi a tenere il capo ben dritto levato verso la speranza. Per fare questo, Gesù ci chiede di esercitare il discernimento educando lo spirito. Perciò, cerchiamo di sfruttare questo prezioso tempo di Avvento, per riassaporare il gusto di un atteso, sorprendente e intimo incontro con lui.
Don Davide