L’Immacolata Concezione ci porta al momento in cui Maria è stata concepita dall’amore dei suoi genitori, e al momento molto prima – nascosto nell’eternità – in cui è stata concepita dall’amore del Padre, come creatura libera e capace di fare spazio al Figlio di Dio.
È bellissima questa festa, che ci fa guardare indietro rispetto alla vita di questa donna. Dalla Maria ragazza nel giorno dell’Annunciazione e poi donna al fianco di Gesù suo figlio, siamo portati a ritroso fino al giorno in cui ha incominciato ad esistere, e poi ancora più in là nel pensiero benevolo di Dio.
Ci consola sapere di questo Dio che ci guarda come una mamma quando la figlia inizia a gattonare, e poi quando muove i primi passi. Questo Dio che segue il nostro percorso molto prima che noi possiamo immaginare, e con una vigilanza che ci precede di gran lunga.
Quando ho iniziato ad esistere io nel pensiero di Dio?
Quando i miei genitori hanno deciso di sposarsi, o prima, quando si sono innamorati?
Oppure quando sono nati i miei nonni?
O ancora prima, in qualche evento che non conosco che già presagiva la mia esistenza?
O sono da sempre nello sguardo del Padre, accanto a suo Figlio, Gesù, mio fratello?
Oggi ci fermiamo di fronte a questa meraviglia. La mia vita, l’esistenza di ciascuno e ciascuna di noi, voluta da Dio lungo un sentiero che si perde alle radici segrete delle montagne, o all’inizio della volta del cielo.
Il secondo passo dell’Avvento è questo: un tornante che ci fa preparare al momento in cui in Gesù bambino si è manifestata la grazia di Dio e la sua benevolenza. Forse, in sintesi, è proprio vero:
siamo tutti, da sempre, dentro a quella scena della natività.
Don Davide