L’anno pastorale inizia con una realtà tanto preparata e attesa. Questa settimana, infatti, incomincia il Centro d’ascolto della Caritas parrocchiale.
Si apre così uno spazio per accogliere le persone in maggiore situazione di bisogno, mettendo le condizioni per non rifiutarle e non farle sentire come “qualcuno che dà fastidio”, ma anzi permettendo la conoscenza, poi l’amicizia e, di seguito, di costruire qualche percorso di aiuto significativo.
Il Centro d’ascolto non ha tutte le soluzioni e non eroga soldi – se non dopo un lungo e attento vaglio delle situazioni e dell’opportunità, e comunque solo in maniera finalizzata a una concreta autonomia – tuttavia è il luogo migliore per fare fronte alle tantissime richieste di aiuto che arrivano quotidianamente in parrocchia, ed è un segno squisitamente evangelico della comunità cristiana.
L’ascolto, in moltissime forme, è la più grande urgenza del mondo di oggi, che si consuma nella fretta e nell’autoreferenzialità e non lascia alcuno spazio a un ascolto cordiale, disinteressato e gratuito.
Non a caso, il Centro d’ascolto è la prima cosa richiesta alle parrocchie da parte della Caritas diocesana.
A dispetto delle apparenze, fare partire un Centro d’ascolto è un’impresa titanica. A questo proposito, dobbiamo ringraziare calorosamente i responsabili della Caritas parrocchiale, Antonella Munari e suo marito Paolo Nipoti, insieme a tutti coloro che si sono impegnati per questo obiettivo, con una menzione di merito alla segreteria parrocchiale, che ha svolto tantissimo lavoro.
Un ringraziamento specialissimo unito a un attestato di stima che si consolida sempre di più, va alla San Vincenzo parrocchiale, in modo particolare a Gabriella Falavigna, Nino Salici e sua moglie Fiorella, e tutti i membri collaboratori, che per decenni hanno portato avanti l’ascolto, l’assistenza e l’aiuto a tante persone e famiglie della nostra parrocchia, con lo stile inconfondibile di impegno e responsabilità personale proprio della San Vincenzo.
La San Vincenzo continuerà la sua opera, con il suo carisma specifico, in collaborazione, sostegno e reciproca partecipazione con la Caritas, che sempre di più svolgerà un ruolo di coordinamento delle varie anime caritative della parrocchia, cercando di aumentare la sensibilità di tutti.
A questo proposito, si ricorda che c’è bisogno di tanta collaborazione a vari livelli. Chi voglia dedicare un po’ di tempo, dalle cose più pratiche a quelle meno, può certamente contattare i responsabili.
Siamo orgogliosi – di un orgoglio bello, non vanitoso! – di iniziare l’anno pastorale con questo segno concreto. La nostra parrocchia, si chiama “della Carità” ed è bello pensare che, così, cerchiamo di essere sempre più fedeli alla nostra vocazione comunitaria.
Don Davide