Papa Francesco è stato eletto alla Cattedra di Pietro il 13 marzo 2013, dopo essere stato un “vescovo del popolo” a Buenos Aires (Argentina). Fin dall’inizio, assumendo il nome di Francesco, ha voluto dare un chiaro l’orientamento al suo pontificato, per richiamare alla memoria della Chiesa l’esempio del Poverello di Assisi, una vita povera e semplice. Ha cominciato a mettere in pratica questo stile rompendo i protocolli, mostrandosi vicino alla gente, anche con qualche segno eclatante. Ma il messaggio più eloquente lo ha consegnato organizzando il suo primo viaggio apostolico nella piccola Lampedusa, per risvegliare le coscienze su tutti i drammi che riguardano le vite umane e che affliggono il mondo, rappresentati dall’immenso fenomeno delle migrazioni e tristemente localizzati nel “cimitero del Mediterraneo”.
Da allora, la vita di Papa Francesco è stato un costante richiamo all’autenticità della vita cristiana, alla semplicità della vita della Chiesa, a reagire alla cultura dell’indifferenza e a vivere la gioia del Vangelo nella cura verso ogni fratello e sorella e verso il Creato.
Pensiamo che Papa Francesco sia una fonte di ispirazione per il suo richiamarci ad essere “Chiesa in uscita” e “discepolimissionari”; per avere ridato uno smalto semplice e non clericale alla nostra pastorale e per il fatto di essere, con il suo carisma, una guida spirituale per il nostro tempo. L’attenzione al creato, l’essere un faro sui drammi dell’umanità e l’impegno costante per la riforma al proprio interno, sono infatti tre modi concreti della Chiesa di esprimere la sua testimonianza profetica, per custodire la speranza per il mondo che viene e come sentinella del Regno di Dio.
“Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo. Ripeto qui per tutta la Chiesa ciò che molte volte ho detto ai sacerdoti e laici di Buenos Aires: preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze.
Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita.”
Papa Francesco, Evangelii Gaudium