Feb 01

Chi è un uomo autorevole?

Di

San Tommaso d’Aquino, di cui abbiamo celebrato la memoria il 28 gennaio, scriveva nella sua opera principale che “il principio d’autorità è il più debole di tutti”.

I cambiamenti della società contemporanea hanno riscontrato questa debolezza: l’autorità per se stessa non basta. Quello che fa la differenza è l’autorevolezza, quell’insieme di coerenza negli atteggiamenti, statura morale, e ricchezza umana che permettono all’autorità di essere riconosciuta.

Nella scena sorprendente del vangelo di questa Domenica a Gesù viene riconosciuta precisamente questa autorevolezza. Lui entra nella sinagoga, un luogo di culto, e improvvisamente un uomo che era posseduto da uno spirito cattivo esce allo scoperto, non riuscendo più a nascondersi, come se prima invece niente lo avesse disturbato.

Bisogna avere bene in mente che nei luoghi di culto potevano entrare solo coloro che erano “perfettamente” in regola con le leggi che regolavano la purezza rituale, quindi quello spirito indemoniato stava nascosto abusivamente tra la folla.

La sola presenza di Gesù scatena la reazione di questo spirito, e la sua parola lo scaccia con un solo comando.

Quante volte, ci chiediamo, la nostra testimonianza del vangelo non passa, perché noi non siamo per nulla autorevoli? Quante volte alle parole non seguono le azioni coerenti? Anche il papa, in questi giorni, ha richiamato i cristiani cosìddetti “tiepidi”, quelli che hanno smarrito il primo amore, che non sono animati da una vera sorgente interiore nella loro vita cristiana.

Ci chiediamo, allora: da dove viene l’autorevolezza? Ci viene incontro la prima lettura, nell’immagine di un profeta che parla a nome del Signore.

L’autorevolezza deriva da un ascolto profondo della Parola del Signore e da un discernimento operato nella propria interiorità, in modo tale che quello che diciamo corrisponda alla volontà di Dio di costruire il suo regno di amore nel mondo, e alle nostre parole seguano gesti corrispondenti.

E’ questa grande autorevolezza di Gesù la condizione iniziale per l’annuncio del Vangelo e noi, attraverso il tempo liturgico, lo seguiamo sui suoi passi.

Don Davide

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