Nov 13

Riflessione sul messaggio di Papa Francesco

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RIFLESSIONE SUL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO IN OCCASIONE DELLA III GIORNATA MONDIALE DEI POVERI
17 novembre 2019

 

INTRODUZIONE. Tema della SPERANZA: darla o toglierla?

Ci sono due livelli a cui ai poveri viene tolta la speranza.

  1. La condizione negativa: disparità (fine n. 1) e schiavitù (n. 2).
  2. Trattati come nemici: come se avessero ancora, come in certe interpretazioni del mondo antico, già contrarie al Dio di Israele. «Diventati loro stessi parte di una discarica umana sono trattati da rifiuti, senza che alcun senso di colpa investa quanti sono complici di questo scandalo. Giudicati spesso parassiti della società, ai poveri non si perdona neppure la loro povertà. Il giudizio è sempre all’erta. Non possono permettersi di essere timidi o scoraggiati, sono percepiti come minacciosi o incapaci, solo perché poveri. Dramma nel dramma, non è consentito loro di vedere la fine del tunnel della miseria.» (n. 2)

1. È in gioco la fede in Dio

Di fronte alle sofferenze dei poveri, verrebbe da interpellare Dio (piuttosto che noi stessi):

«Come può Dio tollerare questa disparità? Come può permettere che il povero venga umiliato, senza intervenire in suo aiuto? Perché consente che chi opprime abbia vita felice mentre il suo comportamento andrebbe condannato proprio dinanzi alla sofferenza del povero?» (n. 1)

Invece i poveri sono coloro che hanno un particolare rapporto con Dio:

«Egli – il povero – conosce il suo Signore: nel linguaggio biblico questo “conoscere” indica un rapporto personale di affetto e di amore. […] Il povero sa che Dio non lo può abbandonare; perciò vive sempre alla presenza di quel Dio che si ricorda di lui.» (n. 3)

Notare bene che non è una condizione morale del povero, quella di vivere alla presenza di Dio, ma è Dio che sta sempre accanto e di fronte alla vita del povero.

Che il Signore prenda le parti dei poveri è espresso nel passaggio più severo di tutto il discorso:

«Si possono costruire tanti muri e sbarrare gli ingressi per illudersi di sentirsi sicuri con le proprie ricchezze a danno di quanti si lasciano fuori. Non sarà così per sempre. Il “giorno del Signore”, come descritto dai profeti (cfr Am 5,18; Is 2-5; Gl 1-3), distruggerà le barriere create tra Paesi e sostituirà l’arroganza di pochi con la solidarietà di tanti. La condizione di emarginazione in cui sono vessati milioni di persone non potrà durare ancora a lungo. Il loro grido aumenta e abbraccia la terra intera.» (n. 4)

2. Gesù

È lui che ha inaugurato la speranza per i poveri, essendo veramente fedele al Dio d’Israele.

«Gesù che ha inaugurato il suo Regno ponendo i poveri al centro, vuole dirci proprio questo: Lui ha inaugurato, ma ha affidato a noi, suoi discepoli, il compito di portarlo avanti, con la responsabilità di dare speranza ai poveri.» (n. 5)

3. Da Gesù a noi

  • Realismo della fede: «La promozione anche sociale dei poveri non è un impegno esterno all’’annuncio del Vangelo, al contrario, manifesta il realismo della fede cristiana e la sua validità storica.» (n. 6)
  • Credibilità del Vangelo: «L’opzione per gli ultimi per quelli che la società scarta e getta via è una scelta prioritaria che i discepoli di Cristo sono chiamati a perseguire per non tradire la credibilità della Chiesa e donare speranza fattiva a tanti indifesi. La carità cristiana trova in essi la sua verifica.» (n. 7)

CONCLUSIONE. Cosa possiamo e dobbiamo fare noi?

  1. Un’attenzione d’amore: «Questa attenzione d’amore è l’inizio di una vera preoccupazione per i poveri nella ricerca del loro vero bene.» (n. 7)
  2. Una conversione: lo scopo della celebrazione della Giornata/Festa dell’Incontro (n. 10).
  3. Un incoraggiamento: «A tanti volontari, ai quali va spesso il merito di aver intuito per primi l’importanza di questa attenzione ai poveri, chiedo di crescere nella loro dedizione. Cari fratelli e sorelle, vi esorto a cercare in ogni povero che incontrate ciò di cui ha veramente bisogno; a non fermarvi alla prima necessità materiale, ma a scoprire la bontà che si nasconde nel loro cuore, facendovi attenti alla loro cultura e ai loro modi di esprimersi, per poter iniziare un vero dialogo fraterno. Mettiamo da parte le divisioni che provengono da visioni ideologiche o politiche, fissiamo lo sguardo sull’essenziale che non ha bisogno di tante parole, ma di uno sguardo di amore e di una mano tesa. Non dimenticate mai che «la peggiore discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale.» (n. 8)

 

MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA III GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

 

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