Nella responsabilità

Mentre Gesù ascende, c’è sempre un richiamo a rimanere coi piedi per terra e ad essere suoi testimoni.

Così, il salire “al cielo” di Gesù, il fatto che lui non sia più concretamente presente su questa terra, incarica noi suoi discepoli e discepole ad essere ben presenti a questo mondo, a questa nostra storia, come lo è stato lui, che si è spogliato della sua potenza divina per farci conoscere il Vangelo e cosa sia la vicinanza di Dio.

Per qualche motivo assai misterioso, dobbiamo essere noi i testimoni del Risorto.

Questo è meraviglioso e tremendo allo stesso tempo.

Non so cosa darei, per sapere cosa hanno provato i discepoli e le discepole di Gesù dopo la sua ascensione e prima della Pentecoste, in quel tempo intermedio in cui avevano sperimentato la pazza gioia di riscoprirlo vivo, ma ora si ritrovavano a doversi assumere la responsabilità di questo.

C’era tutta la storia della comunità del Risorto da incominciare. C’era tutta la storia della Chiesa da scrivere. Quante pagine luminose e quante che avrebbero dovuto non esserci!

Alla conclusione di questo anno pastorale e in vista di quello che si prepara, sento la medesima sensazione: quella di trovarsi nella gestazione di nuovo inizio e di avere chiara la responsabilità che comporta per tutti noi.

La Beata Vergine di S. Luca, in un certo senso, ascende insieme a Gesù, per essere sempre accanto a lui e vigilarci dall’alto. A lei, che è stata in mezzo a noi, affidiamo questa premura, mentre attendiamo, invocanti, umili e supplici, lo Spirito del Risorto.

Don Davide




Imparare ogni cosa (Under 20)

“Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa” (Gv 14,26) è una delle mie frasi preferite del Vangelo.

La dice Gesù, parlando della forza vitale che pervaderà i discepoli del Risorto.

C’è questo Maestro interiore, che si confonde con la nostra coscienza e la nostra personalità.

Come lo riconosciamo? Dalla capacità di essere padroni di noi stessi.

Dove e come possiamo allenare questa forza?

Vi suggerisco tre cose.

1-Linguaggio sicuro

Ultimamente, sia gli adulti che i più giovani, quando gli chiedi una cosa, ti rispondono: “In linea di massima potrei…” oppure “Quel giorno penso di avere un impegno…” o cose simili. Sono tutti modi di dire che tengono aperta una scappatoia e alla fine tradiscono insicurezza. Allenatevi a dire: “Sono libero, ma voglio valutare meglio se dirti di sì o di no”, oppure: “Ho già un impegno, quindi no.” Vedrete come è difficile, e allo stesso tempo come cambia la musica…

2-Padronanza di sé

Faccio fatica a studiare, ma mi sono dato questo tempo. Non riesco a rimanere concentrato, allora evito le distrazioni. Scelgo di non guardare il cellulare per il tempo che studio. Voglio leggere 20 pagine al giorno e ascoltare 2 belle canzoni. Sono tutti piccoli esercizi che servono a diventare padroni di se. Vengono tempi, nella vita, in cui ringrazierete di non essere dei pappamolli della volontà.

3-Interiorità

Partendo dall’ABC, fatevi un glossario delle emozioni. Quando chiedo a una persona come sta, mi risponde: “Bene” o “Sono arrabbiato”. Queste due risposte dovreste proibirle dal vostro linguaggio, cominciare a riconoscere esattamente qual è la vostra emozione dominante e imparare a chiamarla per nome, come se fosse la sfumatura di un colore: esiste il verde, ma può essere verde acqua, verde bosco, verde militare, verde pisello ecc. Qual è esattamente l’emozione che stai vivendo? Come si chiama?

Scoprirete che lo Spirito è capace di insegnarvi ogni cosa.

 




Prepararsi allo Spirito

In questa domenica, in cui facciamo festa alla B.V. di S. Luca in città e onoriamo S. Rita, la liturgia comincia a prepararci ad accogliere lo Spirito Santo.

Egli è il Maestro interiore.

Ci aiuta a ricordare, custodire, meditare e comprendere le parole di Gesù, come una luce chiara sul nostro cammino.

In parrocchia c’è un quadro dedicato a S. Rita, recentemente è stata cambiata l’illuminazione, ma rimane poco visibile.

Ho pensato a quanto abbiamo scritto nella versione che abbiamo elaborato di quel quadro per la cosiddetta arte digitale, nella serie Leadership contemporanea: Clarity-A-… NFT for sale at Mintable.app

“Santa Rita è in estasi sostenuta da angeli. […]

In un mondo in cui l’estasi è associata alla sotto-cultura del disordine e della trasgressione, una vera guida sa che l’estasi è invece legata alla chiarezza mentale e si concentra su ciò che è realmente a servizio degli altri.

La leadership è un dono d’amore ed è sacrificio, carità e dedizione.

Una guida esce da se stessa, ma non si smarrisce. Mentre va verso gli altri è animata da una chiarezza assoluta: sa chi è, perché lo fa e come lo fa. E non perde mai di vista il Bene.”

Quando Gesù comincia ad ammaestrarci sul mistero dello Spirito Santo e dice: “Lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto” (Gv 14,26), pensa esattamente a una persona spirituale capace di essere padrona di se stessa e riferimento sicuro per gli altri.

Don Davide




Pregare i Salmi a Gerusalemme

Ho avuto in questi giorni l’occasione di pregare i salmi davanti al “Muro del Pianto” – o Muro Occidentale – a Gerusalemme. Opportunità che, tra l’altro, si intona perfettamente con la mostra di ArtCity che ospitiamo in questi giorni nella chiesa di S. Valentino.

Tra i tanti, ho pregato questo versetto: “Si dirà di Sion, l’uno e l’altro è nato in essa, e l’Altissimo la tiene salda.”

Eppure, se c’è una città divisa, è Gerusalemme.

Il vangelo di questa domenica ci dice che uno degli effetti maturi dell’esperienza spirituale della resurrezione è quello di abitare le contraddizioni, anzi di superarle. Dalla liturgia, ci viene riproposto il momento in cui Giuda abbandona il gruppo, per tradire Gesù. Nel momento in cui Giuda esce dal Cenacolo, Gesù parla dell’azione di Dio.

Ma come?!

Gesù è tradito e il Padre glorificato? Gli uomini si dividono e l’amore si fa spazio? L’uomo fallisce e Dio trionfa?

In tutti i salmi composti per avvicinarsi al Tempio si invocava e si augurava la pace su Gerusalemme. E una volta raggiunto il Tempio, si cantava l’Alleluia.

Così, pregare i salmi davanti al Muro Occidentale, dove una volta sorgeva il Tempio e ora due moschee, circondato dai luoghi cristiani, mi ha reso più consapevole che, sicuramente, noi uomini non siamo in grado di governare le nostre contraddizioni, ma il Signore sì.

Non è un’affermazione per non assumere le nostre responsabilità, ma un aprirsi alla fiducia.

Gesù sa trasformare persino un tradimento; e Dio ricompone le frammentazioni e le distonie che generano gli uomini, in una preghiera corale e armonica per la pace.

Così, la Pasqua che penetra nelle nostre vite, spinge anche noi non a guardare al passato, in nessun caso, ma a riconoscere cosa sta nascendo, cosa si sta generando di nuovo.

Don Davide




Dal Santo Sepolcro (Under 20)

Vi scrivo dal Santo Sepolcro, a Gerusalemme, anche per dirvi che vi ho pensato e ho pregato per voi.

Sapete, questo posto è una confusione inimmaginabile. Si pensa che debba essere il luogo più mistico della Terra, ma apparentemente è tutto il contrario.

Nelle pietre si mischiano due millenni di costruzioni, distruzioni e ricostruzioni, ci sono le comunità cristiane divise ed è impossibile mantenere il raccoglimento.

Le prime volte che venivo mi dava fastidio e mi ribellavo.

Poi ho riflettuto che nelle nostre vite, come nella nostra storia, non c’è nulla di stabile, unito, raccolto e ordinato.

Così, il Santo Sepolcro è uno specchio perfetto dell’esistenza e del nostro mondo.

Da qui si è sprigionata un’energia che è la vibrazione della vita, nascosta, spesso offesa, ma presente in mezzo al caos.

Gesù non è più in un luogo fisico, ma la sua resurrezione è la forza che tiene coeso il tutto, nonostante tutto.

Il segreto sta nel riuscire a percepirlo e sentire questa energia di vita che, silenziosa e tanto discreta, tiene acceso il mondo.




Il Serale di “Amici” e Gesù (Under 20 testo+video)

L’articolo è un po’ lungo, se preferisci ascolta il podcast.

 

Sabato scorso ho visto il serale di Amici e sono rimasto colpito dalla sfida tra Albe e Luigi (LINK).

Mi ha impressionato, in negativo, l’atteggiamento degli adulti, che si sono presi la scena quando la scena non era loro: su 6’46” di video, 5’ sono la parte in cui gli insegnanti parlano parlano parlano, mentre 1’46” è il tempo della prova di Albe.

Mi ha fatto riflettere la consegna della canzone: “Io vagabondo” dei Nomadi, anno 1972. Ma davvero?! Da allora è cambiato tutto, persino il linguaggio. Penso all’insidia di una generazione che chiede a quella successiva di confrontarsi con i propri vecchi riferimenti, scaduti.

Per fortuna, almeno, è stato detto che Albe ha fatto una riscrittura magistrale.

L’ha interpretata come un giovane che prende parola, e che ha il coraggio di dare voce a una grande preoccupazione della sua generazione: “senza provare a volare, perché se cadi fa male, quindi vuoi stare al sicuro”.

C’è questa paura, spesso non detta e nascosta, di cadere, perché l’ombra di farsi male è grande e minacciosa.

Eppure, si può cadere imparando a proteggersi dagli urti e dal male.

Come i judoki o i karateki. Come una pallavolista quando fa la rullata, o il portiere in un tuffo spettacolare.

Diversamente dalle cadute fisiche, imparare a cadere, nella vita, significa in realtà imparare a rialzarsi.

Come si fa?

Sapendo che non sei da solo, ma fai parte di uno stormo, come canta Albe.

E ascoltando la parola di Gesù che in questa domenica ci dice:

“Io ti conosco e tu non temere.

Tutti possono avere paura di cadere, non c’è nessun male in questo.

Ma si può vivere senza essere bloccati dalla paura.

Anche se cadessi, ti potresti rialzare.

Io ti custodisco nella mia mano. Nessuno ti strapperà dalla mia mano.

Nessuno ti strapperà dalla mano del Padre mio.”

(cf. Gv 10,27-29).

Cosa fa una persona spirituale? Cade e si rialza




Rinascere dall’alto

Pochi versetti nel vangelo di oggi per esprimere un grande senso di appartenenza.

Gesù vivo è una guida alla quale avremmo tutti bisogno di modellarci: è potente, ma di quel “potere” non violento, che genera vita e aiuta a scoprire il significato misterioso dell’esistenza; non il potere che toglie la vita e distrugge. Gesù è premuroso, consegnando spazi di libertà e riavvicinando continuamente a sé chi è finito in pericolo. Gesù è protettivo contro le insidie e le tentazioni del male.

Sabato scorso abbiamo passato un bellissimo pomeriggio con i bimbi e le bimbe di seconda e terza elementare e le loro famiglie. C’era il sole, camminavo nel campetto che brulicava di attività e ho pensato: di più, di più! Voglio che il campetto torni come quella sera che abbiamo festeggiato il 50° anniversario di ordinazione di don Valeriano, che c’eravamo tutti ed eravamo tantissimi!

Ci vuole ancora più vita.

Abbiamo abbandonato le ultime restrizioni dello stato di emergenza e ci affacciamo a un tentativo di vera normalità.

Speriamo di lasciarci presto alle spalle l’aggressione della Russia all’Ucraina e di maturare, da questa bruttissima esperienza storica, una sensibilità ancora più acuta per la pace.

Sogniamo un’Europa con una consapevolezza storica ispirata all’inclusione, alla comunione e all’integrazione delle diversità, come stile di una vera cultura per il futuro.

In questa domenica abbiamo l’ultimo incontro del cammino spirituale che abbiamo iniziato in Quaresima, guidati dall’Azione Cattolica parrocchiale, e concludiamo la preghiera affettuosa a Maria dell’annuale Ottavario.

Sento crescere e rinnovarsi, da tutto questo, un grandissimo senso della comunità.

Mi auguro (e mi impegno) perché prendiamo lo slancio per riconvocarci davvero tutti e tutte; perché sappiamo ridire il Vangelo anche per i più giovani e perché possiamo offrire una testimonianza profetica e ispirata a questi tempi, in cui abbiamo bisogno di rinascere “dall’alto” (Gv 3,7).

Don Davide




Un invito particolare (Under 20 testo+audio)

L’articolo è un po’ lungo, ma se preferisci ascolta il podcast.

 

Solo a sentirlo, il termine Ottavario sembra una parola usata dalla mia bisnonna, figuriamoci per voi.

E poi cosa avrei – io, don Davide – e cosa avremmo – noi, parrocchia – da proporvi?

Pregare il Rosario, ascoltare una riflessione, fare un omaggio all’immagine di Maria.

Fa quasi ridere, a pensarlo.

Mi ricordo perfettamente quando il mio parroco propose a noi ragazzi di andare al Rosario del mese di maggio. Le parole noia, fatica e svogliatezza facevano rima con questo invito. Alla fine, una sera decisi di tentare e non fu poi così male.

Da allora, il Rosario è per me è una preghiera importante, umile, affettuosa, paziente, preziosa per le cose che contano.

Senza troppi giri di parole, quindi, vorrei invitarti, se stai leggendo o ascoltando, un tardo pomeriggio di questi otto, a venire.

“A fare che?!”, direte voi, e immagino i sorrisini come a dire: don Davide e la parrocchia sono diventati matti!

“A pregare.”

A pregare, ad esempio, perché tu abbia le forze e la determinazione di impegnarti per la tua promozione. A chiedere di poter migliorare quel tuo difetto. A consegnare una difficoltà per sentire consolazione.

A pregare per la pace.

Oppure, per ringraziare, perché è un periodo speciale della tua vita.

Forse senti il bisogno di affidare la tua famiglia, quell’amicizia importante o quella persona che sta male.

Potresti pregare per il tuo ragazzo o la tua ragazza, per il vostro amore, perché sia una storia bella e che duri tanto.

A Maria si affidano queste cose concrete, così la preghiera è incisiva perché riguarda la vita vera.

Prima di liquidare la mia proposta, dovreste vedere quante persone passando davanti all’immagine della Madonna della Salute tutti i giorni. E non sono creduloni. È gente seria e sono persone in gamba, che magari ogni giorno pregano per i propri figli e figlie, pensano un momento ai colleghi e alle colleghe che incontreranno, affidano i e le pazienti che dovranno accudire, o semplicemente cercano di imparare ad essere migliori, uomini e donne di pace.

Ti svelo un segreto: puoi partecipare all’Ottavario di tua iniziativa.

Il consiglio è di sceglierlo tu. Non c’è bisogno di metterti d’accordo con qualcuno per venire. Non c’è bisogno che giustifichi il fatto che lo fai o che lo dici in giro. Basta che decidi quando e per cosa vuoi pregare.

Dal canto mio, ti prometto che se ti vedo in chiesa, non mi strapperò i capelli dalla meraviglia, non ti dirò: “Ommioddio! Wow! C’è un giovane in chiesa! C’è una ragazza al rosario!”. Non ti chiederò di venire più avanti, di leggere o di fare qualcosa. Insomma, non ti stresserò la vita. Magari ti saluterò, se riesco, ma del resto ti lascerò in pace.

E ti assicuro che sarà un incontro speciale tra te e Maria.

Perché Maria è tanto importante? Beh, non saprei esprimerlo meglio e più brevemente, che con queste parole tenerissime e piene di mistero, che ho letto in un libro, che ti lascio e con le quali spero di averti convinto:

“Chi potrebbe credermi? Ho un bambino dentro, un bambino che non so spiegare e che non spiegherò.”

(da Myriam di Silvia Vecchini)

Don Davide




A Maria

Iniziamo con questa domenica l’Ottavario di preghiera alla B.V. della Salute, immagine di Maria amatissima nella nostra parrocchia e tanto venerata.

Davvero, si rimane stupiti della fede e della devozione con cui si scorgono tante persone pregare in quella cappellina, accendere una candela e parlare a tu per tu con Maria.

Lì si elevano le suppliche più accorate e le preghiere più tenere.

Viste e toccate con mano alcune emergenze, quest’anno – insieme alla preghiera del Rosario e all’omaggio alla Madonna – ascolteremo ogni giorno uno spunto di riflessione molto concreto su parole importanti.

Ci fa bene starci sopra, aiutarci, condividere davanti a Maria la necessità di quelle grandi parole e come possiamo, in qualche modo, farle nostre.

È urgente, tra le altre cose, pregare per la pace.

Riconosciamo, in più, un’occasione preziosa, perché abbiamo l’opportunità di iniziare il mese di maggio con la preghiera dell’Ottavario e di concluderlo con la vista annuale della B.V. di S. Luca in città.

Così il mese di maggio è un tempo speciale che ci è donato per affidarci a Maria, per chiedere la sua intercessione, per dialogare a tu per tu con lei.

Perché è così importante pregare Maria?

Intanto, perché con lei possiamo trovare una confidenza che difficilmente ci è concessa con chiunque altro. Ma, soprattutto, perché da quando l’angelo le ha dato l’annuncio della sua gravidanza, sappiamo che è iniziato un tempo speciale nel lungo giorno della Creazione, sappiamo che con Gesù è iniziato il Tempo della Misericordia.

Don Davide




Noi e il Risorto (Under 20 testo+video)

L’apostolo Tommaso è stato cristallizzato come quello cocciuto e incredulo, ma in fondo desiderava solo avere un incontro vero e personale con Gesù risorto, come tutti gli altri.

Per questo, in realtà, mi sta simpatico: perché non si accontentava per sentito dire, perché cercava qualcosa di autentico.

Un incontro così è descritto meravigliosamente nell’inizio del Libro dell’Apocalisse. Uno pensa a una cosa spaventosa, che precede catastrofi degne di un disaster movie americano…

Gesù risorto, invece, ci incoraggia con una mano sulla spalla.

“Egli, posando su di me la sua destra, disse: Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente!” (Ap 1,17-18).

Lui è vittorioso sulle forze inquietanti della nostra esistenza e della storia che viviamo.

Però non pensate a un Gesù risorto come a una specie di supereroe religioso inquietante… immaginatelo piuttosto come Baymax quando consola Hiro (VIDEO).

Come dice il dialogo, potrebbe accadere che non ci siano evidenze di mali fisici, ma non conta.

Alcune volte può far male in un modo diverso.

In quei momenti, siamo tentati di pensare che non ci sia nessuno capace di aiutarci.

Per superare questi pensieri, abbiamo bisogno di un incontro vero, di rassicurazione e di contatto fisico, come Tommaso. Ecco, allora, la mano di Gesù su di noi: “Non temere, io sono il Vivente!”.