Oggi, domenica dell’Ascensione, in parrocchia celebriamo il primo turno delle Prime Comunioni. È una coincidenza istruttiva, che unisce il corpo di Gesù che sale al cielo – con la micidiale domanda che pongono tutti i bimbi: “Ma quindi Gesù dov’è adesso? E se è salito al cielo, non cade?!” – e il segno concretissimo della Comunione, cioè di mangiare insieme, ad un’unica tavola, un pane che è in realtà il Corpo di Cristo.
C’è quindi il corpo glorioso di Gesù – che sfida tutte le leggi della fisica – che porta la nostra umanità concreta nella realtà di Dio; e poi ci sono i bimbi con le loro facciotte buffe, i loro sorrisi emozionati e i vestitini eleganti, che sono testimoni del venire di Dio nella realtà umana.
Oggi, quei bimbi sono per tutti – anche per chi celebrerà le altre messe – il segno tenerissimo di Dio che si fa vicino a ciascuno di noi per incontrarci, e che non si formalizza se noi siamo grandi o piccoli, famosi o gente comune, bravi o un po’ più “scapatizzi”.
Quindi ci impegniamo tutti a “fare la Comunione”, nel senso di essere vicini a loro con il nostro esempio, e di essere amici fra noi, di volerci bene, per dimostrare a questi ragazzi che quando Dio passa in mezzo a noi, crea qualcosa di nuovo e di buono, anche nel nostro modo di stare insieme.
La coincidenza tra la festa dell’Ascensione e le Prime Comunioni ci aiuta così a ricordare e celebrare il legame tra la dimensione spirituale della nostra vita e quella concreta: non c’è spiritualità che non plasmi i nostri atteggiamenti, non c’è fede che non si traduca in vita, non c’è amore che non si esprima in gesti concreti. Lo spirito e il corpo vanno sempre insieme, perciò facciamo il proposito, in questo giorno di festa, di rendere “pronto” anche il nostro spirito, e di aiutare questi piccoli, nella loro esistenza, a rendere bella la loro anima, così come oggi sono bellissimi nei loro vestitini e col loro sorriso.
Don Davide
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