Il Risorto viene ripetutamente incontro ai suoi, riuniti, mostrando loro le mani e il capo con le ferite trasfigurate, per vincere la loro incredulità.
Lo sfortunato Tommaso è l’unico non presente alla prima edizione di questo memorabile appuntamento. Gli altri, e la chiesa dei millenni successivi, gli danno dell’incredulo, perché anche lui vorrebbe vedere e toccare le piaghe del Signore risorto.
È esattamente la posizione degli altri discepoli: loro hanno visto e hanno creduto; Tommaso fa un proclama che potremmo definire “da spaccone”, dice che se non vede e non tocca lui non crede. Ma alla fine, poi, come per tutti gli altri, vedere il Signore risorto che gli viene incontro è più che sufficiente perché sbocci in lui la migliore professione di fede che ci potremmo aspettare: mio Signore e mio Dio.
Quello che chiede Tommaso è di fare anche lui un’esperienza vivida dell’incontro con Gesù risorto, come gli altri che ne avevano già avuto il dono.
Noi abbiamo in mente, grazie a Caravaggio e a molti altri pittori, che Tommaso metta il dito nella piaga del costato di Gesù, ma leggendo il testo del vangelo scopriamo che questo particolare non viene raccontato. Non è così.
Piuttosto che volere mettere noi il dito nelle piaghe di Gesù, è lui che, per vincere tutte le nostre incredulità, mette le sue piaghe fra le nostre dita. Consegna le sue ferite alle nostre mani, perché noi ce ne prendiamo cura.
“Tocca le mie ferite – dice Gesù – e non essere più incredulo, ma credente!”
Se c’è una via per accendere la fede e riconoscere Gesù come nostro Signore, è questa: le sue ferite, che non vengono cancellate nel suo corpo risorto, ma diventano gloriose, sono il peccato che può diventare esperienza di misericordia; sono l’odio che può essere vinto con l’amore; sono la cura per la vita, dove sembrano trionfare le forze di morte; sono la conversione dalla lontananza di Dio alla gioia dell’essere vicini a lui; sono i poveri che vengono accuditi, i malati che vengono consolati, chi ha bisogno che viene aiutato, i ragazzi e i giovani che vengono accompagnati.
Raggiungi le ferite di Gesù con le tue mani; e non avere paura: fra le tue dita non scorrerà il sangue, ma lo Spirito Santo.
Don Davide
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